Tecnologia e memoria, la lettera di Umberto Eco
- Dora
- 22 feb 2016
- Tempo di lettura: 4 min
I device digitali rappresentano un limite per l'allenamento della nostra memoria? Come integrarli in modo consapevole? Una riflessione di Umberto Eco su tecnologia e memoria, che ci porta a riflettere sull'uso consapevole dei media.

Pochi giorni fa (19 febbraio 2016) si è spento Umberto Eco, illustre semiologo e scrittore italiano. Abbiamo scelto di ricordarlo anche noi, presentandovi una lettura critica del suo pensiero riguardo il rapporto tra le nuove generazioni e i nuovi media.
La riflessione di Eco è contenuta in una lettera scritta dallo scrittore al nipotino, pubblicata dall'Espresso il 3 gennaio 2014 (per leggere il testo completo, clicca qui).
Noi vogliamo riportare gli spezzoni più significativi, per utilizzarli come spunto di riflessione per argomenti già trattati sul nostro blog (leggi anche gli articoli 5 semplici regole per educare i bambini a un uso consapevole delle nuove tecnologie; Educazione digitale: limite o risorsa per le nuove generazioni?).

"...vorrei soffermarmi su una sola raccomandazione, che sarai in grado di mettere in pratica anche ora, mentre navighi sul tuo iPad, né commetterò l’errore di sconsigliartelo, non tanto perché sembrerei un nonno barbogio ma perché lo faccio anch’io. Al massimo posso raccomandarti, se per caso capiti sulle centinaia di siti porno che mostrano il rapporto tra due esseri umani, o tra un essere umano e un animale, in mille modi, cerca di non credere che il sesso sia quello, tra l’altro abbastanza monotono, perché si tratta di una messa in scena per costringerti a non uscire di casa e guardare le vere ragazze."
Il primo spunto di riflessione nasce dalla considerazione che non possiamo evitare né obbligare i bambini a non utilizzare le nuove tecnologie. In primis, perché esse sono utilizzate anche dagli adulti, e nella nostra epoca conosciamo benissimo la loro utilità. Vietarle ai bambini vorrebbe dire smettere di usarle noi stessi, per dare il buon esempio. Siamo davvero pronti e sicuri di poterlo fare?
Il secondo spunto è invece riguardante un uso potenzialmente scorretto di tali dispositivi, per esempio l'accesso ai siti porno. Spesso i bambini o ragazzini vi finiscono per curiosità, per scoprire cose che in casa o a scuola non riescono a capire del tutto. Ma un accesso di questo tipo può essere un rischio, poiché possono crearsi idee false e poco realistiche sull'approccio con l'altro sesso e sulla sessualità.
"Ma non è di questo che volevo parlarti, bensì di una malattia che ha colpito la tua generazione e persino quella dei ragazzi più grandi di te, che magari vanno già all’università: la perdita della memoria. È vero che se ti viene il desiderio di sapere chi fosse Carlo Magno o dove stia Kuala Lumpur non hai che da premere qualche tasto e Internet te lo dice subito. Fallo quando serve, ma dopo che lo hai fatto cerca di ricordare quanto ti è stato detto per non essere obbligato a cercarlo una seconda volta se per caso te ne venisse il bisogno impellente, magari per una ricerca a scuola. Il rischio è che, siccome pensi che il tuo computer te lo possa dire a ogni istante, tu perda il gusto di mettertelo in testa."
Ecco presentato uno dei maggiori rischi di un accesso senza limiti a internet. Dal momento che cercare informazioni è così semplice, veloce e immediato, a cosa serve ricordarle? E' questo il messaggio che può arrivare ai bambini di oggi, che potrebbero così perdere di vista l'importanza della memoria, di sapere le cose, senza il supporto della tecnologia.
Eco sottolinea, dunque, l'importanza di allenare la memoria, magari facendo a gare con gli amici, per farlo diventare quasi un gioco.
"Ti sarai chiesto perché i computer si chiamavano un tempo cervelli elettronici: è perché sono stati concepiti sul modello del tuo (del nostro) cervello, ma il nostro cervello ha più connessioni di un computer, è una specie di computer che ti porti dietro e che cresce e s’irrobustisce con l’esercizio, mentre il computer che hai sul tavolo più lo usi e più perde velocità e dopo qualche anno lo devi cambiare. Invece il tuo cervello può oggi durare sino a novant’anni e a novant’anni (se lo avrai tenuto in esercizio) ricorderà più cose di quelle che ricordi adesso. E gratis."
L'analogia mente-computer non è nuova per la psicologia e le scienze umane (ne paliamo anche qui). Qui viene sottolineato, però, come il cervello umano sia la macchina migliore di tutte, molto più di qualsiasi computer. La biologia ci ha donato infinite reti di connessione e la possibilità di ampliarle e migliorarle sempre più nel corso degli anni, mentre un computer resta "statico" e, anzi, rischia di rallentarsi nel tempo e venire superato da nuovi dispositivi.
"Ora la scuola (oltre alle tue letture personali) dovrebbe insegnarti a memorizzare quello che è accaduto prima della tua nascita, ma si vede che non lo fa bene, perché varie inchieste ci dicono che i ragazzi di oggi, anche quelli grandi che vanno già all’università, se sono nati per caso nel 1990 non sanno (e forse non vogliono sapere) che cosa era accaduto nel 1980 (e non parliamo di quello che è accaduto cinquant’anni fa). [...] Ma perché è così importante sapere che cosa è accaduto prima? Perché molte volte quello che è accaduto prima ti spiega perché certe cose accadono oggi e in ogni caso, come per le formazioni dei calciatori, è un modo di arricchire la nostra memoria."
L'importanza della memoria non si traduce solo nella capacità di tenere a mente informazioni, ma anche nella importanza di conoscere il passato, da dove veniamo. La storia, che la scuola dovrebbe insegnare ai giovani, dovrebbe essere considerata con più importanza.
"Bada bene che questo non lo puoi fare solo su libri e riviste, lo si fa benissimo anche su Internet. Che è da usare non solo per chattare con i tuoi amici ma anche per chattare (per così dire) con la storia del mondo."
Come imparare la storia? Non ci sono solo i libri scolastici. Si torna al tema delle nuove tecnologie, all'uso corrette che se ne può fare, per esempio utilizzandoli come strumenti di conoscenza quando la scuola o i libri non bastano. Inoltre, Internet ha il vantaggio di essere interattivo: così, da una lettura potenzialmente noiosa di un capitolo si può scegliere di interfacciarsi in modo attivo e nuovo ai concetti, "chattando" con la storia.
Speriamo, con questo articolo, di aver dato spunto anche alle vostre riflessioni. Cosa ne pensate? Qual è il vostro punto di vista? Quali sono i rischi e i vantaggi di Internet e dei nuovi media secondo voi?
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