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Il lato oscuro della tecnologia: cyberbullismo

  • Lucia
  • 1 feb 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Cerchiamo di andare oltre la visione idilliaca delle tecnologia. Non è tutto rose e fiori, ed ecco presentato un possibile rischio che si nasconde dietro la tecnologia.


Impossibile negare che le tecnologie pervadano ogni ambito della nostra vita (abbiamo già parlato di come Facebook possa portare a benefici per il nostro benessere e di come possa portarci a mostrare un'immagine ideale del proprio sè), così come è impossibile negare che sin dalla più tenera età le tecnologie vengano poste nelle mani dei più piccini. Ecco perchè abbiamo già parlato di quanto importante sia avere delle regole per educare i bambini al buon uso delle tecnologie sin dalla più tenera età.


Ma non sempre ciò va come previsto. Non sempre quel che si è creato viene utilizzato per degli scopi positivi. Oggi, infatti, vogliamo parlarvi di un problema che sempre più spesso pervade la nostra società: il Cyberbullismo. Infatti, se fino ad ora il problema principale sembrava essere il bullismo fisico e psicologico che i ragazzi subivano a scuola, con l'avvento delle nuove tecnologie, vi è stata una "evoluzione", che ne ha anche amplificato gli effetti.


Ma cerchiamo di capire meglio cosa intendiamo con Cyberbullismo: viene definito come un comportamento aggressivo che viene perpetrato ai danni di un'altra persona che viene vista come più debole o incapace di difendersi, che avviene attraverso l'utilizzo delle tecnologie (Slonje, Smith & Frisén, 2013).


Il Cyberbullismo presenta diverse differenze rispetto al bullismo tradizionale, in quanto il materiale, una volta inserito sul web, ci resta per sempre, in modo da rendere continua l'offesa. C'è poi una differenza di potere, intesa come conoscenza delle tecnologie (infatti di solito i cyber-bulli sono i ragazzini più in gamba, che riescono ad utilizzare le tecnologie come preferiscono, facendone un uso scorretto). Senza considerare che la presenza di uno schermo davanti a sè non porta i carnefici a considerare gli effetti degli atti compiuti: infatti l'impossibilità di osservare anche gli effetti che l'atto ha recato sulla vittima, non permette al bullo di poter in qualche modo provare empatia, e quindi di non capire la gravità dell'atto.

Anche l'anonimato degli atti rende l'attacco più aggressivo, in quanto non permette alla vittima di potersi difendere adeguatamente, e permette al bullo di non sentirsi totalmente coinvolto nell'atto.


Da ciò scaturiscono anche differenti emozioni rispetto agli atti di bullismo più tradizionali: infatti il cyberbullismo porta maggiormente a reazioni emotive molto più negative, percependo l'incontrollabilità del materiale informatico, e portando più di frequente a dei pensieri di morte e di suicidio.


Per quanto riguarda l'età, di solito le vittime sono gli adolescenti tra i 13-15 anni (mentre i bulli sembrano avere mediamente un'età superiore rispetto alla vittima), ma ovviamente questo tipo di bullismo può protrarsi anche fino all'età adulta. Inoltre, rispetto al "normale" bullismo, sembra anche che coinvolga maggiormente le ragazze.


Si possono quindi comprendere gli effetti che un uso scorretto delle tecnologie possa avere sui ragazzini in età adolescenziale, e che possono protrarsi anche successivamente. Proprio per questo è importante che ci sia un'accompagnamento e una graduale responsabilizzazione al buon utilizzo delle tecnologie. Infatti, oltre alle tecniche utilizzate più di frequente dalle vittime stesse per reagire (ad esempio, bloccare alcune persone o impedirgli di entrare nella propria cerchia di conoscenze virtuali), sono stati creati anche degli interventi scolastici per permettere ai ragazzi di capire sia che è sbagliato comportarsi in un certo modo, ma allo stesso tempo quali sono i metodi per difendersi.


Questi programmi (risultati efficaci nella diminuzione del cyber-bullismo) puntano a far capire ai ragazzi l'effetto che produce la loro azione: la sofferenza dell'amico, l'esclusione... Anche i gruppi di confronto tra i pari risultano efficaci: infatti il fatto stesso che i bambini, in piccoli gruppi, discutano di tutti questi problemi, parlando delle sofferenze ma anche dei modi in cui sarebbe possibile evitarli, porta anche i bulli a ripensare al loro comportamento e a non metterlo più in atto; infine anche un'adeguata istruzione circa l'utilizzo delle tecnologie sembra importante, in quanto permette ai bambini di difendere la propria privacy, e di non divulgare materiale offensivo nei propri confronti.


Nonostante si stia giungendo ad una conoscenza sempre più approfondita delle dinamiche che si celano dietro al cyber-bullismo, bisogna ancora sviluppare ulteriori ricerche affinchè si giunga a dei metodi precisi per la sua prevenzione.


Ciononostante sta al nostro buon senso la scelta di accompagnare costantemente un bambino all'utilizzo delle tecnologie, portandolo a capire quale sia il modo giusto per utilizzarle. Per esempio, vi abbiamo parlato dell'educazione digitale e dei Serious Games.

Il rischio, altrimenti, è quello di trasformare degli strumenti potenzialmente positivi in qualcosa di estremamente negativo per la salute e il benessere degli individui.

 

Per approfondire:

 
 
 

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