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Tecnologie ed empowerment: un vantaggio per qualunque età?

  • Lucia
  • 10 feb 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Ormai sappiamo il potenziale che ci offrono le nuove tecnologie, e sappiamo che queste possono essere utilizzate con i bambini, a scuola, a lavoro.... ma valgono anche per gli anziani?


L'utilizzo delle nuove tecnologie non è nulla di più "dell'indispendable grammar of modern life" (ossia la grammatica indispensabile della vita moderna). Si esprimeva in questo modo Michael Wills parlando delle tecnologie nel 1999. Pensate cosa direbbe ora che sono passati 17 anni da allora.

Cosa si potrebbe dire, ora che attraverso le tecnologie facciamo davvero di tutto? Sempre più spesso ci viene mostrato in che modo queste migliorino la nostra vita (come le app che migliorano il benessere, o potenziano l'intelligenza), i loro benefici individuali e sociali (leggi qui per scoprire come le tecnologie possono aiutare tutta la società), per esempio nelle relazioni interpersonali e nella la gestione dello stress (per esempio, abbiamo parlato di come Facebook possa essere utilizzato per gestire lo stress). E sempre più ricerche mostrano come questo avvenga per qualunque tipo di fascia di età (partendo dai giovanissimi, andando agli anziani).


Ma siamo sicuri che tutti usufruiscano di questi benefici allo stesso livello? Insomma, potreste affermare che i vostri nonni (o anche semplicemente i vostri genitori) riescano ad utilizzare e a trarre vantaggio dalle tecnologie esattamente come fate voi? Beh, almeno per quanto ci riguarda, non è assolutamente così. E di certo non si può giustificare questa cosa attraverso un'avversione dichiarata dei "diversamente giovani" nei confronti delle tecnologie. Ma allora cosa li porta ad allontanarsi da queste? E come potremmo risolvere questo problema?


Bene, Neil Selwyn (2004) si è posto esattamente queste domande, e ha compiuto una ricerca per riuscire a dare una risposta. E pensate che il suo campione di riferimento (ossia tutte le persone a cui ha posto queste domande) era composto da 1001 persone. Insomma, non proprio robette da nulla. Cerchiamo allora di capirci qualcosa in più!



Bisogna innanzitutto specificare che gli anziani che più utilizzano le tecnologie, non sono di certo degli esperti navigatori o supertecnologici. Utilizzano piuttosto le funzioni base che le tecnologie offrono, ad esempio i programmi di scrittura, oppure cercando di mantenere un contatto con dei vecchi amici o ancora cercando proprio di imparare ad utilizzare il computer.

Mentre gli anziani che non le utilizzano non possono essere descritti o raggruppati in un preciso gruppo, così come l'autore non si pone lo scopo di offrire una tecnologia che vada bene a prescindere.


Specifica inoltre che l'utilizzo delle tecnologie non riguarda tanto la possibilità di avere o meno la possibilità di accesso a queste, ma piuttosto dallo scopo e dall'utilità percepiti nell'utilizzo. Inoltre non riguarda tanto la capacità dal saperle utilizzare, quanto piuttosto dal contesto in cui vengono utilizzate e dalle abitudini che abbiamo sviluppato circa l'utilizzo. Ad esempio, se una persona ha usato le tecnologie sempre e solo per lavoro, tenderà a collegarle solo a quell'ambito di lavoro, e ad utilizzarle in modo limitato.

Inoltre, proprio perchè il lavoro porta sempre più spesso all'utilizzo di computer e tecnologie, già da qualche anno, non è ancora comprensibile il motivo per cui dopo la pensione, le persone inizino ad utilizzare meno le tecnologie. L'autore fa allora riferimento a due principali problemi, ossia l'ambivalenza e la rilevanza delle tecnologie.

  • L'ambivalenza si riferisce soprattutto alle diverse emozioni che le tecnologie possono scaturire: da una parte permettono di essere maggiormente in contatto con gli altri, di poter essere sempre aggiornati, ma dall'altra possono portare alla perdita della privacy e all'estraniazione a causa di un esagerato utilizzo.

  • Per quanto riguarda la rilevanza, si ritiene che queste non apporterebbero alcun miglioramento alla loro vita. Da questo punto di vista, viene coinvolta anche una questione di piacere, in quanto le persone che sentono le tecnologie lontane da sè e non accessibili con le proprio capacità, non provano in alcun modo piacere nell'utilizzarle. Quindi bisogna soprattutto considerare i vantaggi relativi e la rilevanza situazionale.

Infatti è proprio il non sentire il vantaggio portato dalle tecnologie che convince gli anziani a non utilizzarle. E' per questo che l'interesse principale delle politiche interessate all'ambito dovrebbe essere nel rimodellare le tecnologie, affinchè vengano percepite utili da tutti, portando un effettivo vantaggio a chiunque, senza considerare l'età. E, perchè no, magari potremmo mostrare anche noi ai nostri nonni/genitori in che modo le tecnologie potrebbero fargli bene, e con una buona dose di pazienza, insegnare loro come utilizzarle al meglio. In fondo bisogna ricordare che, se oggi sappiamo camminare, parlare e mangiare correttamente, è anche merito loro. Sarebbe ora di restituire il favore.


Se volete approfondire il concetto di Empowerment, clicca qui!

 

Per approfondire:

 
 
 

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